
la mia bussia
Bussia è «donna»
Bussia è un nome mitologico.
Da solo è in grado di evocare tutta la magia e la vocazione di Monforte d’Alba alle più alte espressioni del Barolo.
Bussia è un nome difficile da portare.

Coltivare i suoi vigneti è una sfida impegnativa e meravigliosa. Perché Bussia è «donna».
Ha il carattere eclettico e suscettibile di una «Gran Dama», di cui possiede la forza d’animo, l’austerità e l’eleganza. Richiede pazienza, dedizione assoluta, ascolto senza posa delle sue mille espressioni, che mutano di stagione in stagione, annata dopo annata.
Devo la fortuna - e l’onore - di coltivare la Bussia grazie a mio padre.
Fu lui ad acquistare i primi appezzamenti alle Visette. Un crinale stretto e lungo che corre parallelo ai vigneti di Pianpolvere e dei Dardi, scendendo ripido verso un piccolo torrente immerso in un boschetto.

Oggi coltivo sei ettari in questo straordinario «tempio» del Barolo.
Nella parte più alta, meglio esposta, il vitigno nebbiolo raggiunge vette di intensità ed eleganza senza pari. I terreni marnosi incontrano una matrice calcarea che dona al vino una mineralità inaspettata. È qui che vendemmiamo le uve del nostro Barolo Bussia, vinificato seguendo gli insegnamenti della tradizione.
La «mia Bussia» è in evoluzione.
Oltre il torrente di fondovalle, dove la pendenza torna ad ospitare le vigne, ho scelto di piantare circa un ettaro e mezzo di chardonnay. Una “lucida follia” guidata dall’opportunità di sfruttare i terreni calcarei del luogo per dar vita a un bianco strutturato, di incredibile freschezza: la nostra luminosa “perla bianca” in territorio di rossi. Un vino che non finisce di stupirci per la sua ineguagliabile finezza.
- Superficie 6,5 ettari
- Altitudine 200, 350 metri
- Vitigni nebbiolo da Barolo, chardonnay
- Suoli marne bianche e bluastre con grande presenza di calcare
- Esposizione sud, sudest