
I vini che amo
Nei miei vini cerco la semplicità,
che è il contrario della banalità.
Sogno un Barolo che non ha paura di abbandonare la cantina per essere bevuto tutti i giorni. Un vino straordinario perché quotidiano, che mostra con orgoglio l’appartenenza alla sua terra senza essere spocchioso.
Amo i vini che sono come me: diretti, sinceri, profondi.
Vini che sanno arrivare al punto senza troppi giri di parole, ma conservano il fascino di una sfumatura, il mistero di una giusta complessità.
Amo i vini che raccontano storie gustose, che non smetteresti di assaporare.
Come gli eroi di un romanzo sanno essere integri, puri e sinceri. Ma lasciano spazio a un pizzico di suspence, verso un nuovo assaggio, un nuovo bicchiere, una nuova avventura.
Amo i vini conviviali, allegri, pieni di vita.
Quelli che ti fanno sedere al tavolo con gli amici, che chiamano il brindisi, che fanno iniziare lunghi discorsi.
Amo i vini che finiscono.
Che ne avresti voluto un altro bicchiere perché non ti hanno stancato. Quelli che lasciano un bel ricordo, ti fanno dire: «Abbiamo bevuto bene», oppure «È un bel bere». E comunque, puoi sempre venirmi a trovare in cantina per stappare una nuova bottiglia.

Territorialità e finezza
In cantina abbiamo scelto un approccio che dà voce alla territorialità, alla bevibilità e alla riconoscibilità del vitigno. Il nostro approccio è tradizionale, ma aperto alle novità, senza passatismi. I rossi giovani come il Nebbiolo, il Barbera e il Dolcetto d’Alba affinano in acciaio perché sia sempre riconoscibile l’acino, la sua succosità, i delicati profumi floreali tipici di ciascun vitigno. Il Barolo invecchia in botti grandi a media o bassa tostatura in modo che il legno non sia mai preponderante e possa maturare un carattere corposo eppure delicato, in perfetto equilibrio tra concentrazione e finezza.
i miei vini